Per il 1974 però ha già preparato il grande ritorno in Ferrari, dove “porta” con sé dalla BRM il giovane Niki Lauda. È l’anno in cui inizia la rinascita della scuderia di Maranello, grazie al ritorno anche di Mauro Forghieri che stravolge la 312 B3 (che è quasi una “B4”), ai capo meccanici Giulio Borsari (Regazzoni) ed Ermanno Cuoghi (Lauda) e alla FIAT che, oltre al giovane Luca Cordero di Montezemolo come ds, fornisce i soldi per costruire la pista di Fiorano, dotata di un complicato sistema di cronometraggio che ha in sé primitivi concetti di telemetria. “Un’organizzazione da NASA”, la definisce Niki Lauda: la Ferrari sta portando la F1 nell’era moderna.
La stagione comincia bene: Clay è terzo in Argentina e secondo in Brasile e in Spagna, a Jarama, dove vince Lauda. A Monte-Carlo la prima fila è tutta rossa ma in pole c’è l’austriaco; Clay arriva quarto stringendo i denti perché i meccanici gli hanno fissato male il sedile. Regazzoni vince meno dei rivali ma è più costante, sul podio in Olanda, secondo, e Francia, terzo. Il 4 agosto, al Nuerburgring, coglie una strepitosa vittoria, in testa dal primo all’ultimo giro con 50” di vantaggio su Scheckter: “Quel giorno era semplicemente imbattibile. Sentivo cambiate perfette” disse il fidato capo meccanico ed amico Borsari. Una foratura gli costa il podio in Austria. Podio su cui invece salirà in Canada, con un secondo posto che vale oro in ottica mondiale: è in testa al mondiale a pari punti con la McLaren di Emerson Fittipaldi. Si arriva così all’ultima gara, il GP USA: la settimana prima di quella di gara a Watkins Glen si tiene una sessione di prove libere, in cui Regazzoni ha un incidente che gli costa, oltre a una slogatura alla caviglia, un grave danno alla monoposto che richiede l’invio di una nuova scocca da Maranello. La sua 312 B3/4 va così riassemblata sul posto, e nel fine settimana di gara peggiora via via di sessione in sessione, con un problema agli ammortizzatori irrisolto. Inoltre Forghieri arriva al Glen soltanto il sabato pomeriggio, a causa del visto per gli USA scaduto. Fittipaldi parte ottavo e finisce quarto ed è campione del mondo perché Regazzoni, partito nono, conclude solo 11°.
Ho iniziato bene passando Fittipaldi
Bastava solo che gli rimanessi davanti. Invece la macchina man mano è peggiorata e non è servito nemmeno cambiare gomme. Inoltre Mass mi ha toccato danneggiandomi il braccetto dello sterzo. Ma non mi lamento, la stagione è stata buona. Questo secondo posto ha per la mia carriera un grosso significato. Se le macchine saranno così anche il prossimo anno, la partita con Emerson Fittipaldi è solo rimandata”. Queste le dichiarazioni, dopo la gara, del ticinese, speranzoso di vincere il mondiale in seguito. Speranza non condivisa dall’amico Borsari: “Clay, il mondiale non lo vinci più”. Il suo meccanico sa che in Ferrari c’è una “corrente” pro Lauda fomentata da Montezemolo, giovane e più in sintonia con il quasi coetaneo austriaco, che con l’esperto pilota elvetico.
Nel 1975 e 1976 infatti Lauda diventa a tutti gli effetti la prima guida. Niki può misurare e scegliere i set di gomme migliori. Ottiene perfino dalla Goodyear di farli produrre sempre dallo stesso tecnico. Clay scorta Lauda verso il titolo di campione del mondo nella seconda stagione di convivenza in rosso. Ottiene una strepitosa vittoria a Monza. Il feeling con l’autodromo ed i tifosi italiani è sempre alto. Il 1976 è invece un anno dai mille risvolti complicati. Regazzoni domina a Long Beach con un “Grand Chelem” (pole, giro più veloce e tutto il GP in testa); è secondo in Belgio. Ma è sempre Lauda davanti in classifica, fino all’incidente in Germania. Il ds è ora Daniele Audetto, ma la Ferrari, invece di stringersi attorno a Clay, prima cerca Fittipaldi, poi Peterson e infine chiama Reutemann. La Scuderia salta il GP d’Austria per protesta contro l’accoglimento della Federazione del ricorso McLaren in Spagna, dove James Hunt era stato squalificato per le misure non conformi della sua M23. Clay è ottimo secondo in Olanda, al rientro. A Monza, tra lo stupore di tutti, Lauda torna al volante: la Ferrari iscrive tre auto. Clay, secondo in quel GP, è rassicurato che la presenza di Reutemann è provvisoria e nulla ha a che vedere con il 1977. Invece, non sarà cosi. Nell’ultima gara dell’anno, nel nubifragio del Fuji, tutta l’attenzione è per Lauda: dopo il suo clamoroso ritiro, Clay, in una gara pazza, non è supportato a dovere dal muretto box, nonostante potrebbe togliere punti proprio ad Hunt e magari far vincere ancora il mondiale a Lauda.