Comportamento e prestazioni da autentica Ti
Su strada la “Ti” conserva tutte le note positive fatte registrare dalla berlina in fatto di tenuta, maneggevolezza e stabilità, con un passo avanti per quanto riguarda la ripresa da basso regime. Insomma, è una vera e propria “GTI” in anteprima, una sportiva che non si nasconde sotto mentite spoglie, ma dichiara apertamente le proprie intenzioni attraverso un’estetica che diverrà l’oggetto degli strali di chi, preso da sacro furore anti-auto dopo la crisi energetica seguita alla guerra del Kippur dell’ottobre 1973, paragonò le auto sportive, specie quelle con alettoni e spoiler (il riferimento all’Alfasud Ti era lampante) ai dinosauri in via d’estinzione. Essa invece, a differenza dei dinosauri, non soltanto non si estinse, ma, superato il momento di crisi, prolificò generando versioni sempre più potenti e veloci.
Il primo passo in questa direzione è del 1977, con l’aumento della cilindrata. Il quattro cilindri boxer passa da 1.186 a 1.286 cc, che “valgono” 8 CV. La potenza, ora di 76 CV-DIN, spinge l’Alfasud Ti 1.3 a 165 orari.
Sotto il profilo estetico, la Ti 1.3 eredita le modifiche esterne e interne introdotte con l’Alfasud Super diversificandole tramite un’elaborazione sportiva che ripete i canoni della precedente Ti. Il fatto, tuttavia, di possedere l’identico corpo vettura della berlina, costringe gli stilisti a ricorrere a sovrastrutture ornamentali che ne appesantiscono la linea. D’altro canto l’Alfa Romeo non era avvezza a queste rielaborazioni. Se nei coupé e nelle spider era la carrozzeria a identificare la sportiva e dunque non c’era bisogno di particolari aggiunti o ricercati effetti cromatici, qui, invece, bisogna conferire un’immediata identificazione, ottenuta con una verniciatura nero opaco che percorre la parte bassa della carrozzeria congiungendo lo spoiler anteriore, i passaruota e i sottoporta. Spariscono le cornici in acciaio inox del parabrezza e del lunotto in favore di un contorno nero, così come è nero il retrovisore esterno. Lo scudetto, altra differenza, ha nella nuova Ti i listelli orizzontali neri e la sola cornice è cromata.
Lo spoiler posteriore, sempre in gomma dura di colore nero, è ora staccato dalla carrozzeria e più in alto, sostenuto al centro da un appoggio utilizzato come sede per lo stemma della Casa. I cerchi ruota restano quelli della precedente Ti e l’identificazione del modello è affidata alla targhetta “ti” sul montante posteriore, con indicazione della cilindrata riportata in coda.
Nell’abitacolo l’impostazione resta quella della versione precedente, con la parte centrale della plancia che fa da alloggio alla strumentazione supplementare. La selleria e la decorazione dei pannelli porta ripetono le colorazioni scure, ad eccezione del pomello cambio in finto legno.