Abarth, 70 anni un record dopo l’altro

Il 31 marzo 1949 il mitico Karl fondava la sua ditta da Scorpione. Auto e kit di elaborazione dal pungiglione letale per gli avversari: 10 record del mondo, 133 record internazionali, più di 10.000 vittorie su pista
La leggenda dello Scorpione inizia il 31 marzo del 1949 quando Carlo Abarth (1908 - 1979) fonda la Abarth & C. con il pilota Guido Scagliarini. La prima vettura prodotta è una 204 A, derivata da una Fiat 1100, che è entrata nella storia dell’auto il 10 aprile 1950, quando Tazio Nuvolari l’ha utilizzata per correre e vincere la sua ultima gara, la Palermo-Monte Pellegrino. Da allora la storia dello Scorpione si è arricchita continuamente di record sportivi e industriali, seguendo sempre la filosofia del fondatore, ovvero massime prestazioni, cura artigianale di ogni prodotto e costante affinamento tecnico.
In realtà l’affascinante storia di Carlo Abarth inizia con le motociclette: a vent’anni infatti coglie già i primi successi in sella a una Motor Thun mentre l’anno successivo costruisce la sua prima moto personalizzata con il marchio Abarth. Purtroppo, durante una competizione a Linz, un incidente lo costringe ad abbandonare le corse in moto, per continuare a gareggiare con i sidecar, mezzo che proprio lui porta all’apice della fama grazie a imprese come la sfida con il treno Orient Express, naturalmente vinta. Ma un secondo grave incidente nel 1939 l’obbliga ad abbandonare le competizioni.
257mila marmitte
Proprio qui inizia la “seconda vita” di Carlo Abarth: nel 1945 si trasferisce a Merano e diventa cittadino italiano a tutti gli effetti. Poi, dopo una breve esperienza in Cisitalia, nel 1949 fonda la Abarth &C e, contemporaneamente, ha l’intuizione di affiancare all’attività corse la produzione delle famose cassette di trasformazione per vetture di serie che aumentano potenza, velocità e accelerazione. Elementi di spicco nei kit sono le marmitte di scarico che, nel corso degli anni, diventano una vera propria icona dello “stile Abarth”. In pochi anni l’Abarth & C. raggiunge livelli globali: nel 1962 produce 257.000 marmitte, delle quali il 65% è destinato all’esportazione.
Primi.. primati con la 750
L’apice del successo lo raggiunge alla fine degli anni Cinquanta e lungo tutti gli anni Sessanta. Un esempio? Con una Fiat Abarth 750, carrozzata da Bertone nel 1956, il marchio firma un primato di durata e velocità: il 18 giugno, sulla pista di Monza, batte il record delle 24 ore percorrendo 3.743 km a una velocità media di 155 km/h. Poi, dal 27 al 29 giugno, sullo stesso circuito, inanella numerosi record: i 5.000 e i 10.000 km, le 5.000 miglia e anche le 48 e le 72 ore. La stessa vettura fu carrozzata Zagato in due versioni differenti: la Fiat Abarth 750 Zagato (1956) e la Fiat Abarth 750 GT Zagato (1956). Il “rombo” di quest’auto raggiunge Franklin Delano Roosevelt Jr., figlio del presidente degli USA, che si precipita in Italia per siglare con Abarth un accordo di distribuzione in esclusiva.
La 500 da 10.000 vittorie
Nel 1958 Abarth compie un vero e proprio capolavoro sulla nuova Fiat 500, trasformando completamente la piccola utilitaria ed esaltandone al massimo le potenzialità. Nello stesso anno diventa sempre più stretta la collaborazione con Fiat, che si impegna a riconoscere premi in denaro alla Abarth in base al numero di vittorie e record che la scuderia sarebbe riuscita a realizzare. Un evento che sta alla base dell’impressionante palmares a venire: 10 record del mondo, 133 record internazionali, più di 10.000 vittorie su pista. Il mito cresce sempre più, entrando persino nel linguaggio comune. Gli anni 60 sono il decennio d’oro di Abarth. Dire “Abarth” significava dire “velocità”, “coraggio”, “prestazione”, “elaborazione”. Ed è davvero lungo l’elenco delle vetture che hanno scolpito il nome Abarth nella storia dell’automobilismo: dalla 850 TC, che vinse su tutti i circuiti internazionali compreso il Nürburgring, alla Fiat Abarth “1000 Berlina” fino alla 2300 S, che sul circuito di Monza infila una straordinaria serie di record nonostante condizioni atmosferiche proibitive.
Campione del mondo Rally
Dal 1971 Abarth diventa a tutti gli effetti di proprietà del Gruppo Fiat, e la memoria va alle famose Fiat 124 Abarth - vincitrice del titolo europeo nel 1972 e nel 1975 - 131 Abarth, campione del mondo di rally nel 1977, ’78 e ’80, e Ritmo Abarth. Intanto Carlo Abarth si era spento il 24 ottobre 1979, sotto lo stesso segno della nascita: quello dello scorpione.
Un passato glorioso, quindi, che si fa presente nel 2008 quando avviene il rilancio del marchio attraverso una nuova linea che nasce per far sognare tutti gli amanti dell’automobilismo sportivo, come dimostrano i modelli Abarth Grande Punto (2007) e Abarth 500 (2008), oltre ai kit prestazionali per ciascuna vettura e alle versioni da gara Abarth Grande Punto Rally Super 2000 e Abarth 500 Assetto Corse. Da allora i modelli si sono succeduti a ritmo incessante: dall’Abarth 695 Tributo Ferrari (2010) all’Abarth 595 Yamaha Factory Racing (2015), dall’Abarth 695 Biposto Record (2015) all’Abarth 695 Rivale (2017), dall’Abarth 124 spider (lanciata nel 2016), all’Abarth 124 GT e alla nuova gamma Abarth 595 (entrambe nel 2018). E oggi la leggenda dello Scorpione continua con la gamma Abarth “70esimo Anniversario” declinata sui modelli Abarth 595 e Abarth 124, oltre alle nuovissime Abarth 595 esseesse e Abarth 124 Rally Tribute.
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